Uro Ginecologia - Centro Pelvi

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Dr.ssa Luisa Marcato
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GLI ESAMI STRUMENTALI UROGINECOLOGICI ED OSTETRICI

Esame urodinamico

Ricopre un ruolo primario per lo studio della disfunzione nella paziente incontinente. L'esame da solo non è adeguato a porre diagnosi se non in un contesto che tenga conto delle informazioni derivanti da un adeguato, corretto e completo inquadramento anamnestico-clinico del singolo caso.

L'indagine dovrebbe essere eseguita solo:

  • In donne con difficoltoso svuotamento o presunta neuropatia
  • In pazienti con precedente chirurgia per incontinenza o con fallimento di terapie non invasive
  • In previsione di terapia invasiva o chirurgica.


L'esame urodinamico è composto di varie parti:

Uroflussometria
Fornisce una valutazione del flusso urinario, intendendo con questa espressione la quantità di urina, misurata in millilitri, che viene espulsa al secondo attraverso l'uretra. La misurazione viene effettuata da un apparecchio, chiamato flussometro, che registra il volume corrente di urina che viene eliminata durante la minzione dalla persona che urina liberamente, seduta su una comoda.


Cistometria
E' la registrazione grafica della pressione all'interno della vescica, in vari momenti del suo riempimento.

La cistometria permette di evidenziare contrazioni abnormi del muscolo detrusore (che si verificano mentre la vescica si riempie d'urina e che inducono un aumento, talora brusco, come un'impennata della pressione vescicale interna).

Questo esame, che viene effettuato inserendo piccoli cateteri in vescica e riempiendola di liquido sterile, costituisce un'utile mezzo per confermare la diagnosi di iperattività vescicale: quella vescica cioè "troppo" attiva, che con contrazioni , spasmi ed aumento della pressione al suo interno perde la capacità di serbatoio e può costringere alcune persone ad urinare spesso, con stimoli frequenti ed impellenti, talora non controllabili, con fughe e perdite d'urina.

Profilo della pressione uretrale a riposo e sotto sforzo
L'esame va a sondare, con l'aiuto di un catetere, la tenuta dello sfintere uretrale misurando la pressione uretrale durante colpi di tosse e può quindi contribuire a riconoscere un'incontinenza urinaria da sforzo.

Determinazione della pressione al punto di perdita (Leak Point Pressure)
Questa è un'espressione complicata per indicare un test che valuta la capacità di chiusura e di tenuta dell'uretra.
Tale capacità viene valutata così: la paziente viene invitata ad eseguire quella che, con termine tecnico, viene chiamata manovra di Valsalva: un'espirazione forzata tenendo chiusi bocca e naso. Questo sforzo, che innalza la pressione addominale, va gradualmente aumentato fino ad ottenere una fuga di urina.
Ecco allora che la pressione del punto di perdita dell'urina è quello che corrisponde a quel minimo incremento di pressione sufficiente a vincere lo sbarramento uretrale e a causare incontinenza.

Studio pressione-flusso
Permette di valutare il sistema vescico-uretrale nella sua globalità. Si compone di una fase di riempimento durante la quale si infonde soluzione fisiologica monitorando la pressione detrusoriale e di una fase di svuotamento (minzionale) in cui si valuta anche il flusso di urina.

E' un esame importante per l'inquadramento di condizioni ostruttive e di stati di ipocontrattilità detrusoriale.

Videourodinamica

E' una valutazione morfologica e funzionale del basso apparato urinario. L'esecuzione di questo esame dovrebbe essere presa in considerazione quando la diagnosi rimane ancora non ben definita dopo le valutazioni cliniche e la diagnostica per immagini e funzionale, oppure quando esista una discrepanza tra dati clinici e quelli urodinamici. E' quindi un esame generalmente riservato allo studio delle alterazioni funzionali vescico-sfinteriche di più difficile inquadramento.

Ecografia

L'ecografia nelle sue varie utilizzazioni (addominale, transperineale, transanale, transrettale) fornisce informazioni utili ad una valutazione dinamica, ossia con gli organi pelvici in movimento (riposo, contrazione, spinta): per esempio l'angolo tra uretra e vescica, la discesa eccessiva dello scavo del Douglas tra retto e vagina (enterocele) o l'abbassamento del retto dentro se stesso (prolasso interno), ecc. ecc.

La diagnostica per immagini non riveste un ruolo specifico nella diagnosi dell'incontinenza urinaria, ma integra l'obiettività clinica permettendo una valutazione della statica pelvica finalizzata alla scelta del trattamento più appropriato. Infatti il riconoscimento di eventuali patologie concomitanti può condizionare la strategia terapeutica.

L'ecografia è un esame versatile e non "invasivo", capace di valutare soprattutto la morfologia, la fisionomia della vescica, l'organo deputato a contenere e trattenere l'urina. Grazie agli ultrasuoni è sempre molto importante accertare la quantità di urina che potrebbe rimanere all'interno della vescica se quest'ultima non si è svuotata completamente con la minzione (il cosiddetto residuo o ristagno d'urina dopo minzione). Inoltre l'indagine ultrasonografica consente anche la registrazione di un filmato che riporta le fasi minzionali osservate a differenza delle immagini statiche che si ottengono nella cistouretrografia minzionale.

Cistouretrografia minzionale

Questo termine indica un'esame radiologico (ai raggi X) delle vie urinarie inferiori: nella vescica viene introdotto tramite una sonda (un catetere) un liquido, definito mezzo di contrasto.

Durante l'esame vero e proprio una serie di "scatti" fotografano la vescica durante il suo riempimento e durante il vuotamento tramite la minzione.

L' indagine può verificare eventuali spostamenti di parte della vescica e delinea al meglio la silhouette dell'uretra oltre ad evidenziare possibili rigurgiti ( reflussi ) di urina dal serbatoio vescicale nei soprastanti ureteri verso i reni. Viene riservata allo studio preoperatorio di quadri clinici complicati o recidivi.

Uretrocistoscopia

Non è indicata nella valutazione della paziente con incontinenza urinaria primaria, mentre riveste un ruolo nei casi di incontinenza da urgenza per escludere altre patologie vescicali, nelle pazienti con recidiva di incontinenza, nel sospetto di fistole o intraoperatoriamente per verificare lesioni iatrogene.
Uretra e vescica vengono ispezionati dall'interno con un cistoscopio, strumento ottico inserito in vescica attraverso il condotto uretrale.

Risonanza Magnetica Nucleare

Utilizzando sonde intravaginali ad alta densità consente di avere immagini accurate della fascia endopelvica e del prolasso dei visceri pelvici. Si tratta di un esame utilizzato nella ricerca scientifica. L'elevato costo e le difficoltà interpretative ne escludono, attualmente, l'uso routinario.


Per un approfondimento in lingua inglese si può leggere anche la sezione "Diagnosis" su www.pelvicfloordigest.org.

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