MANOMETRIA ANO-RETTALE
Lo studio manometrico delle pressioni e dei volumi del
canale anale e del retto ha molta importanza nelle alterazioni
della defecazione.
Da molti anni inserito nella diagnostica delle patologie
funzionali del colon e del retto, ha subito vari cambiamenti,
in particolare in concomitanza con lo sviluppo dell'informatica
con software dedicati all'elaborazione dei dati manometrici.
È un'indagine fondamentale sia nelle sindromi ritentive,
cui spesso di associa un aumento delle pressioni con un
corrispondente aumento dei volumi e della capacità
rettale, sia nell'incontinenza anale dove la manometria
diventa un complemento irrinunciabile alle indagini morfologiche,
prima tra tutti l'ultrasonografia.
La rilevazione delle pressioni permette di avere un indice
indiretto della forza sviluppata dalla muscolatura perianale
oltre che dal complesso sfinteriale. Normalmente il retto
si contrae con cicli che variano da 5 a 10 per minuto con
una diminuzione della frequenza nel periodo postprandiale
e nelle variazioni circadiane.
L'incontinenza anale è caratterizzata da pressioni
inferiori alla norma in condizioni basali e durante la contrazione
volontaria, anche se non è infrequente rilevare un
normale profilo pressorio. Nello studio del volume-vettore
si possono evidenziare difetti settoriali che si traducono
in ridotte pressioni in uno o più settori in cui
viene suddiviso lo sfintere (Vedi figura).
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Figura 1. Manometria
ano-rettale. Studio Volume Vettore.
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Anche altri parametri possono risultare alterati. Difatti
la sensibilità rettale ed il riflesso inibitore vengono
di norma evocati da volumi superiori alla norma.
Allo stesso modo la compliance rettale risulta ridotta.
Un ulteriore reperto è rappresentato dall'aumento
dei rilassamenti spontanei che si osserva effettuando registrazioni
di lunga durata.
Nella stipsi invece il profilo pressorio è in genere
normale, sebbene a volte sia caratterizzato da un ipertono
basale. Il parametro che appare più compromesso è
la sensibilità rettale, per cui sia il riflesso inibitore
sia la sensibilità iniziale e d'urgenza vengono evocati
a volumi superiori rispetto alla norma. Anche la compliance
rettale può risultarne elevata.
Un parametro importante da valutare è il rilassamento
sfinterico durante il ponzamento.
Sono stati identificati tre profili caratteristici:
-
normale con riduzione della pressione
-
senza modifiche
-
con incremento della pressione al
ponzamento.
Nella diagnostica differenziale della malattia
di Hirschsprung è patognomonica l'assenza del riflesso
retto-sfinterico inibitore. Tale reperto può essere
talvolta rilevato anche nel prolasso rettale completo, ma
solitamente viene recuperato dopo l'intervento di rettopessi;
le pressioni basali e in contrazione sono ridotte, in misura
maggiore nei pazienti incontinenti.
La manometria viene impiegata anche nella valutazione preoperatoria
di patologie caratterizzate da ipertono sfinteriale, come
la ragade e le emorroidi, nonché nelle fistole anali
prima di eseguire una fistulotomia o un ampia fistulectomia
con possibile danno sfinterico, e infine prima degli interventi
di resezione del retto. Esistono in commercio una notevole
varietà di sonde di rilevazione: le più diffuse
si dividono in sonde a cateteri perfusi e sonde a sistema
chiuso, a uno o più canali con varia disposizione lungo
la sonda. La non univoca metodica di esecuzione assieme alla
relatività dei dati manometrici impediscono un confronto
e la precisazione tra i vari centri che applicano tale metodica
di studio.
Cercando comunque di standardizzare la procedura, è
possibile individuare alcune fasi indispensabili per definire
un esame sufficientemente indicativo dal punto di vista clinico
oltre che per un suo utilizzo speculativo.
Studio del profilo pressorio basale: consiste nella
valutazione della pressione anale a riposo, valore che può
essere ottenuto attraverso la misurazione stazionaria con
sonda a 4-6 canali disposti longitudinalmente a 1 cm di distanza
l'uno dall'altro; è l'espressione del tono dello sfintere
anale interno e consente il calcolo della lunghezza funzionale
del canale anale stesso. Si esprime come pressione massima
a riposo in mmHg. La misurazione può anche essere eseguita
con estrazione mediante un braccio meccanico ("pull through"),
a velocità costante, di una sonda a 4-8 canali con
disposizione radiale. L'utilizzo di tale dispositivo consente
di avere un dato maggiormente omogeneo mantenendo costante
la velocità di estrazione della sonda. L'analisi computerizzata
consente una ricostruzione tridimensionale del tono del canale
anale, dalla quale calcolare il volume-vettore e l'indice
di simmetria. In questo modo è possibile evidenziare
anche difetti settoriali degli sfinteri.
Studio del profilo pressorio dinamico: rispetto alla
fase precedente, consiste nella valutazione delle pressioni
nel canale anale partendo da 6 fino a 1 cm dal margine anale
durante la contrazione massima volontaria e il ponzamento
massimale. Si definisce in questo modo la pressione massima
volontaria come valore massimo raggiunto e la sua durata nel
tempo; viene definita come "squeeze" la differenza
tra pressione massima e i valori della pressione basale. Questa
misurazione è un indice della funzione dello sfintere
esterno.
Studio della sensibilità rettale alla distensione
e del riflesso retto-sfinterico inibitore: è la valutazione
della sensibilità soggettiva che si ottiene registrando
a quale volume di distensione del pallone gonfiato nel retto
si avverte la prima sensazione, la sua durata e lo stimolo
di urgenza. Nello stesso momento si misura la deflessione
della pressione anale consensuale alla distensione del retto.
Si definisce il riflesso inibitore come "iniziale"
quando compare il primo decremento di 5-10 mmHg e come "completo"
quando l'inibizione sfinterica del 50% rimane per almeno un
minuto. Si possono anche calcolare l'ampiezza massima del
rilasciamento e la sua durata.
Studio della compliance rettale: pur non essendo ancora
stato raggiunto un accordo sulla sua definizione, essa in
sostanza consiste nella misurazione della pressione del retto
durante la sua distensione graduale. Si calcola come rapporto
tra pressione e volume. In questa fase è possibile
individuare anche il volume massimo tollerato.
Manovolumetria: è un indagine che consente di
misurare il tono gastrointestinale e la soglia di sensibilità:
tale misurazione viene eseguita mantenendo la pressione costante
all'interno del palloncino posizionato nel lume rettale.
Premesso che i parametri di riferimento possono
subire modifiche legate alla metodica utilizzata in ogni
singolo centro 35 e che ogni gruppo generalmente usa come
confronto dati ottenuti da soggetti sani, i valori normali
della pressione sono nell'ordine dei 100-180 mmHg durante
la contrazione, la lunghezza del canale anale è di
2.5-5.0 cm nel maschio e 2-4 cm nella femmina, mentre la
soglia iniziale di sensibilità rettale è di
10-30 ml.
Gli Autori utilizzano come riferimento i seguenti valori
medi ottenuti da un gruppo di soggetti sani: lunghezza
del canale anale: 3 cm a riposo e 4 cm in contrazione; pressione
massima: 72 mmHg a riposo e 155 mm Hg durante il colpo di
tosse, che ha una durata di 28 secondi; la soglia di sensibilità
rettale inizia a 17 ml diventa completa a 55 ml, mentre
il riflesso rettosfinterico inibitore iniziale viene evocato
a 11 ml e si completa a 128 ml con un volume di tolleranza
massima di 340 ml. Tali valori variano in relazione alle
varie patologie.
In conclusione la manometria ano-rettale, indagine
di costo medio-elevato, rappresenta uno degli esami di scelta
per lo studio delle patologie funzionali del tratto ano-rettale,
in particolare nei pazienti con contrazione paradossa del
pubo-rettale, nei prolassi, nei pazienti con incontinenza
anale come approfondimento diagnostico insieme all'EMG anale,
all'ecografia transanale e infine nella stipsi, in particolare
ove si sospetti un quadro di megaretto.
Oltre al fondamentale ruolo nello studio dei pazienti con
alterazione della defecazione, tale indagine può
assumere anche una valenza di tipo medico-legale (insieme
all'ecografia transanale e transrettale) per il confronto
tra la condizione pre e postoperatoria in qualunque intervento
chirurgico che possa interferire con la funzione dell'apparato
ano-rettale, e infine nella documentazione dei danni che
possono far seguito al parto per via vaginale.
E. Belluco G.Dodi
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